“La fotografia è per Enrico Genovesi un modo operoso con cui rapportarsi con la realtà. Le proprie immagini sono il suo comunicare con la società. La sua attività è scandita da una serie di reportage coinvolgenti, coi quali ha sondato la realtà in cui vive. Un’attività fotografica, questa dell’analisi degli aspetti del quotidiano, che raramente trova immediati positivi riscontri nell’ambito della critica ma nel tempo acquisisce un’aura che la rende utile e vincente sotto ogni profilo. Da questo complesso di opere emerge un fotografo che nella visione riesce ad esprimere con efficacia e coerenza il proprio sentito; dalle fotografie conosciamo anche la sua identità artistica. Notiamo la sua attenzione nello scegliere i temi, e la capacità di narrare con immagini il soggetto. Il suo stile consolidato raggiunge con originalità la profondità dei significati…”.
a cura di Silvano Bicocchi – tratto dal libro “Nascimento”

“Le opere di Enrico Genovesi sono state sempre orientate alle problematiche sociali, con particolare attenzione alle strutture che, nell’area geografica in cui risiede, si occupano dei servizi più vari: dall’assistenza agli anziani, agli istituti carcerari, dagli impianti industriali e di disinquinamento ai servizi socio-sanitari. Si tratta di un percorso non usuale, affrontato con passione e iniziativa, per rispondere prima di tutto alle proprie esigenze culturali ed espressive, fortificate dalla volontà di stimolare nell’osservatore il risveglio di una coscienza, la necessità del conoscere e dell’approfondire i particolari e contradditori aspetti del vivere comune. Al centro delle sue ricerche e dei suoi interessi c’è sempre l’uomo sociale, visto nella sua intima vicenda e nel rapporto con il mondo circostante, anche quando la realtà è dura, respingente e si manifesta come un fitto reticolo di costrizioni e impedimenti”.
a cura di Cristina Paglionico – tratto dal libro “Equal”

“…Quando, a metà anni Ottanta, inizia ad occuparsi di reportage sociale, sceglie di raccontare, come farebbe un interprete della antrophologie du proche, storie italiane, e lo fa avvalendosi di una sapiente “scrittura di luce”. Persegue progetti a lungo termine, rivelando aspetti della realtà italiana, talora persino regionale, facendo sua una autorevole modalità progettuale. Evidentemente Genovesi, quando decide di affrontare le tematiche della “prossimità”, si interroga sulla comunicazione e sul senso della pratica fotografica perché crede nella funzione sociale della fotografia. Il suo percorso è, in questo senso, coerente ed al contempo esemplare. Genovesi basa il suo lavoro, infatti, sulla convinzione che le immagini possano ancora fare riflettere. Egli, inoltre, conduce le sue indagini con una solerzia di lunga durata, protraendo il suo impegno nel “lento” tempo della riflessione e dell’approfondimento… …Genovesi si tiene sempre lontano dall’evento sensazionale o catastrofico e sceglie di raccontare l’ordinario. Quando sceglie storie radicate nel proprio territorio non osserva i fatti ma li interpreta. Mostra interesse per la dimensione simbolica dell’agire: racconta i vissuti degli italiani e degli stranieri individuando le contraddizioni della società occidentale e rappresenta la condivisione del dono riprendendo le diverse fasi dello scambio. Tematizza le implicazioni di conoscenze date per scontate, pervase da quel senso di imbarazzo che spesso ci fa abbassare lo sguardo e, conscio dei cliché che trascrivono certi luoghi comuni, offre allo spettatore un altro universo di segni. Genovesi, soprattutto, ricuce l’indebolito rapporto tra cultura e territorio.”
a cura di Lucia Miodini – tratto dalla rivista “Fotoit” 12/2010

“…Enrico Genovesi è un uomo sensibile, attento e curioso che nella fotografia ha trovato il linguaggio per esprimere il suo spontaneo atteggiamento nel rapportarsi con la realtà, rivolto alla ricerca del senso di quelle cose che incontra vivendo nella propria terra e condividendo la storia della sua gente.
La sua opera appartiene pienamente al fotogiornalismo d’approfondimento ma si distingue, rispetto alla tradizionale esterofila, con una scelta tematica in controtendenza: rivolge prevalentemente il suo sguardo verso i temi sotterranei della quotidianità italiana che spesso non fanno notizia sui media.
Il suo approfondimento fotografico evidenzia le dinamiche, i problemi e i valori che caratterizzano questi temi; dopo aver reso pubbliche le sue opere queste tematiche ricevono nell’opinione pubblica quella considerazione, quella dignità sociale e culturale che non avevano avuto prima… …Nelle opere di Enrico Genovesi è chiaro il punto di vista dal quale egli osserva i fenomeni: quello del cittadino responsabile e protagonista di una società civile, eticamente sana e profondamente solidale. Quindi la propria soggettività è espressione di valori sociali condivisi e in questo senso il suo fotogiornalismo ha un alto valore professionale, in quanto la reazione soggettiva è dominata, perché spontaneamente egli tende ad interpretare i fenomeni attraverso il pensiero sociale del suo tempo; in questi termini egli produce una Fotografia Etica”.
a cura di Silvano Bicocchi – tratto dalla monografia “About”